L’adolescenza è una fase molto critica del ciclo di vita di una famiglia. Rappresenta il passaggio di un figlio all’età adulta, quella che dovrebbe riscontrarsi in una maggiore autonomia fisica, economica e di pensiero. Tuttavia, in quanto momento di cambiamento, è fatta di turbolenze e stagnazioni.
I compiti evolutivi per gestire i figli adolescenti
I compiti evolutivi a cui sono chiamati a rispondere gli adolescenti, appaiono enormi e drammatici. Questi, infatti devono affrontare la separazione dalle figure genitoriali, la costruzione di nuove relazioni affettive e sviluppare una capacità di pensiero autonomo che si rispecchi poi nell’identità del ragazzo stesso. Un lavoro lungo e faticoso quindi.
I compiti evolutivi non sono solo prerogativa degli adolescenti che vivono sulla loro pelle le variazioni fisiche e psicologiche, ma anche dei genitori, i quali con allarmismo e preoccupazione assistono a tale cambiamento provando una grande difficoltà nel darvi significato.
Il ruolo dei genitori
I genitori dovrebbero trasformarsi in un trampolino di lancio per il volo che si apprestano a fare i loro figli, ma il tutto si complica di fronte alla barriera che si vedono porre davanti: la privacy. Telefonate che si interrompono all’arrivo del genitore, il rintanarsi nella propria stanza che diventa uno “spazio segreto”, profili social schermati onde evitare che mamma o papà scoprano i propri reali e audaci pensieri. La fiducia rappresenta quindi un elemento essenziale per favorire il decorso di questa fase.
Come si possono conciliare questi compiti evolutivi, nell’epoca in cui i social network la fanno da padrone imponendo nuove regole?
La parola chiave penso sia nel termine negoziazione. Le regole familiari sono il punto d’incontro più critico, ma anche il più importante tra genitori e figli in quanto rappresentano la bussola del comportamento dei più giovani per non incappare nelle avversità del mondo esterno. Spesso sono rigide e, a volte, obsolete, ma sicuramente negoziabili in modo da mantenere la propria funzione di “guida” pur riadattandole ai nuovi contesti in cui la generazione dei figli vive.
Uno stile educativo basato sul controllo è inevitabilmente destinato a fallire di fronte all’autonomia tipica di questa età, pertanto i genitori possono solo munirsi di buone antenne, ascolto partecipato e flessibilità di pensiero. Serve quindi un’attenzione vigile ai bisogni dei propri figli, oggi il lavoro degli adulti non è più “evitare che i ragazzi facciano”, ma “aiutare i ragazzi ad essere consapevoli delle proprie scelte”.
D’altronde si sa, il mestiere del genitore è il più difficile e contemporaneamente il più soddisfacente che esista al mondo.
Dott.ssa Ivana Siena
Fonte: La Retorica
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