L’Associazione Italiana di Psicologia sostiene che “Le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale […]”.
Infatti i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno.
In altre parole, non sono né il numero né il genere dei genitori a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano.
In particolare, la ricerca psicologicaha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano dello stesso sesso.”
Va ricordato con forza che, oltre alla famiglia, è la società ad avere un forte impatto sullo sviluppo emotivo del bambino. Essa condiziona la personalità umana nei suoi aspetti esterni – di comportamento – e in quelli interiori – pensieri, opinioni, sentimenti – sin dalla nascita, influenzandola profondamente durante tutto il corso dello sviluppo sia tramite gli atti e gli atteggiamenti intenzionali che gli adulti rivolgono al bambino, sia tramite un’azione più generale che si attua sotto forma di informazione, di suggestione, di regola, di esempio. Dare l’esempio, questo è il nostro compito! E che sia quello giusto, di tolleranza e affetto, non di deleteria stigmatizzazione.
Vorrei concludere con un pensiero di Antonino Ferro psichiatra e psicoanalista, presidente della Società Psicoanalitica Italiana:
«Che ben vengano bambini di coppie che si amano e che siano capaci di buoni accoppiamenti mentali. Non sarà il sesso biologico dell’uno o dell’altro ad aver più peso ma le attitudini mentali dell’uno e dell’altro. I figli li faccia chi ha voglia di accudirli con amore.Ciò che conta, in fondo, è che ogni bambino abbia il suo Presepe, la sua festa, che sia accolto e amato come un prodigio, poi sul sesso biologico di bue e asinello non ci perderei molto tempo».
Dott. Simone Ferrazzo