Cosa ci spinge ad innamorarci di una persona piuttosto che di un’altra?

 “Ergetevi insieme, ma non troppo vicini: poiché il tempio ha colonne distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.”
(K. Gibran)

La scelta del partner rappresenta una fase molto delicata della vita di ogni essere umano. le domande più frequenti sono: quando ci innamoriamo di qualcuno, si tratta di un evento puramente casuale o no? Cosa esattamente ci guida in questa scelta?

Partiamo, innanzitutto, dal definire il termine coppia. Deriva dal latino “copula” e significa “legame”, “insieme”, “congiunzione” ma la coppia non è solo la somma di due persone: è una profonda interazione in cui ognuno dei soggetti si mette in gioco per creare un sistema dinamico in continua evoluzione.

Alla base della coppia vi è la presenza di un sentimento che viene comunemente chiamato amore. Cancrini (1991) afferma che ci innamoriamo sempre dell’immagine che l’altro ci rimanda di noi, e dell’immagine che a lui rimandiamo. Da questo incrocio e scambio reciproco di immagini scaturisce quella che chiamiamo relazione (Cancrini, Harrison, , p. 44).

“Ci si innamora delle relazioni e non delle persone. […] Ci disinnamoriamo perché l’altro continua a rinviarci sempre le stesse immagini che non ci emozionano più positivamente, o perché le nuove immagini che ci vengono rimandate non ci piacciono. Le immagini ci piacciono a seconda dell’inviante e a seconda del momento del ciclo vitale” (ibidem, p. 40-41).

Ora andiamo più nello specifico, ovvero “perché scegliamo proprio lui/lei”?

La scelta del partner non è mai un fenomeno casuale ma il risultato dell’interazione di variabili sia biologiche che psicologiche. Alla domanda “perché scegliamo un partner”?, le risposte potrebbero esse infinite ma ci sono alcuni fattori che condizionano tale scelta.

Un primo fattore che influenza la scelta del partner è collegato alle vicende personali che hanno caratterizzato le nostre esperienze infantili. John Bowlby fu il primo a dare importanza agli schemi di attaccamento madre-bambino che si strutturano durante l’infanzia e che persistono nell’adulto. Essi fungono, inconsapevolmente, da base per la scelta del partner.

Nella scelta del partner è determinante la qualità del legame che ciascuno di noi ha avuto con i propri genitori o con chi si è preso cura di noi. Possiamo, infatti, decidere o di fare una scelta per “contrasto”, ossia, rifiutare i nostri esempi genitoriali e percorrere strade differenti non ripetendo i loro stessi errori, oppure, si può fare una scelta “complementare” in cui si tenderà a scegliere una donna o un uomo che richiama nella nostra mente il genitore del sesso opposto.

Cosa accade nella fase dell’innamoramento

Inconsapevolmente, durante la fase dell’ innamoramento, ognuno di noi propone all’altro, ma anche a se stesso, un immagine ideale di sé che attirerà, più o meno, il partner a seconda di quanto questa possa corrispondere alla soluzione dei suoi antichi bisogni profondi. Infatti, quanto più una persona ha dovuto reprimere, durante l’infanzia, i propri bisogni vitali per l’impossibilità che i genitori li soddisfacessero, tanto più nella fase dell’innamoramento questi riemergeranno insieme all’illusione che verranno finalmente soddisfatti.

Quindi, la scelta del partner non è legata alle caratteristiche tipiche di quest’ultimo e di conseguenza, durante il ciclo vitale della coppia, sarà necessaria una  nuova strutturazione e rinegoziazione delle aspettative.

Questo significa che quanto più il legame con i nostri genitori è stato soddisfacente in passato, tanto maggiore sarà la fiducia che noi saremo in grado di mettere nella relazione con il nostro partner.

Il ruolo dei bisogni e la famiglia d’origine

Inoltre la scelta del partner è condizionata dalla combinazione tra i bisogni familiari e quelli personali. La prevalenza di un bisogno sull’altro dipende dal livello di maturità della relazione che abbiamo con la famiglia di origine. L’influenza della famiglia di origine riguarda vari aspetti tra i quali: i valori (come deve essere una buona moglie; come deve essere un buon marito) e il mandato familiare, ossia il compito, più o meno esplicito, che ogni famiglia assegna a ciascun membro.

Esso comprende i ruoli che ogni membro sarà chiamato a ricoprire (padre autoritario e lavoratore; madre comprensiva e casalinga) e le aspettative che egli sarà chiamato a soddisfare. Quando i bisogni familiari prevalgono su quelli individuali la scelta del partner si orienta verso caratteristiche esteriori come la posizione sociale o il prestigio sociale.

La conseguenza è che questo tipo di relazione possa soddisfare illusoriamente i bisogni individuali. Di contro, quando a prevalere sono, invece, i bisogni individuali, la scelta del partner è più libera e consapevole e ciò che ne emerge è una relazione dinamica e capace di affrontare le crisi fisiologiche tipiche di ogni coppia.

Solitamente, col passare del tempo e con l’aumento della maturità individuale, la scelta del partner diventa sempre più complessa e legata ad un maggior numero di esigenze personali proprio perché le aspettative e le caratteristiche che si vanno a ricercare cambiano col progredire dell’età e delle esperienze vissute. Pertanto, quanto più le relazioni con la famiglia di origine sono prive di conflitti irrisolti e quanto più le aspettative familiari non saranno rigidamente imperative, tanto più la scelta del partner sarà libera e consapevole.

Dott.ssa Teresa Giuzio

 

 

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