Il termine “sexting” si riferisce all’invio con il cellulare o il computer di messaggi, foto o video sessualmente espliciti.
Da arma di seduzione a gioco sessuale, il sexting rappresenta, al giorno d’oggi, una delle modalità più utilizzate per entrare in intimità sessuale anche a distanza.
Inizialmente si poteva pensare fosse un modo per mantenere vivo il desiderio sessuale tra due partner/amanti messi alla prova da distanza fisica e tempo.
Tutto questo però è stato da tempo superato ed il sexting viene vissuto “normalmente”, come una modalità di scambio di parti di sé (non sono solo quelle fisiche), parti del proprio essere, del proprio modo di pensare ed in qualche modo è anche uno scambio di intenzioni.
In base a una ricerca dell’Osservatorio Nazionale sull’Adolescenza e del portale per i ragazzi Skuola.net, circa il 10% dei giovani dai 13 e i 18 anni fa sexting, scambiandosi foto e video hot, anche con un flirt passeggero. Tra gli adolescenti questo fenomeno sembrerebbe rappresentare un modo per dimostrare al gruppo dei pari di essere “sessualmente attivi”, una sorta di conferma o addirittura di “referenza” sulle proprie capacità di attrarre l’altro o addirittura di soddisfare l’altro.
Le vicende di cronaca hanno nel tempo confermato poi come questo diventi un’arma a doppio taglio per la tutela della privacy (revenge porn) in quanto le foto, i messaggi, i video privati e che manifestano la parte più intima di sé restano in mani altre, con la possibilità di farne ciò che più si desidera.
Il sexting tra gli adulti
Cosa lo rende attraente anche agli occhi di chi non ha bisogno di procurarsi dimostrazioni adolescenziali delle proprie capacità seduttive e delle proprie arti amatorie?
La chiave potrebbe racchiudersi nell’immediatezza e naturalmente nel filtro.
Il punto di vista di un sexter
Da un’intervista ad un sexter che chiameremo “Alex” emerge che per lui il sexting non è un surrogato della masturbazione, tantomeno un modo per vivere costantemente l’eccitazione durante il giorno. Il suo piacere si esplica nello stuzzicare l’altra parte ed ha un duplice utilizzo:
- Può rappresentare il modo migliore per rompere il ghiaccio soprattutto in una fase di conoscenza con una persona timida, apparentemente introversa. Un mezzo per permettere a lei di aprirsi attraverso frasi o immagini che di persona ometterebbe per pudore. Lo schermo protegge, quindi disinibisce.
- Con persone con le quali c’è già intimità e confidenza il sexting rappresenta invece un modo per andare oltre e chiedere all’altro di sperimentare giochi nuovi e nuove sensazioni.
Sembrerebbe, quindi, un mezzo per esprimersi in maniera più autentica e saltando degli step di conoscenza e di intimità che di persona hanno tempi più lunghi.
Molti uomini, ma anche molte donne, ammettono di essere più disinibiti, più sfrontati nel rapportarsi al sexting rispetto al sesso di persona, tuttavia si dichiarano anche pronti a mettere in pratica dal vivo ciò che propongono virtualmente, qualora il partner fosse d’accordo.
L’immediatezza del gioco sessuale virtuale, permette al sexter di sperimentarsi in più contesti, dal posto di lavoro, al negozio di abbigliamento in cui si sta provando un indumento, dal bagno di scuola/università a quello del bar in cui si è con gli amici per un aperitivo. Sono diversi i luoghi in cui ritrarsi seminudi per stuzzicare le fantasie del destinatario.
Il tempo nel sexting
Il nostro sexter sottolinea un aspetto importante che è legato al vantaggio temporale, ossia la possibilità di prendersi del tempo nelle risposte e nella scelta di cosa inviare. Una “frazione di minuto” che aiuta a decidere come esporsi agli occhi dell’altro per continuare a mostrare la parte migliore di sé, o quella più efficace a continuare il gioco. Ci si mostra studiando pose e angolazioni che Alex definisce “non il modo migliore”, ma semplicemente “il più appetibile alla vista” facendo un paragone con i canoni di bellezza di trent’anni fa, ormai superati. Non più corpi villosi ma forme perfettamente in linea con gli scopi perseguibili attraverso i social network oggi.
Alex ha più di trent’anni e racconta di essere uno “Xillennial” cresciuto al passo con lo sviluppo della tecnologia in tema di comunicazione. Dice di averne vissuto in diretta ogni singola sfaccettatura ed evoluzione:
“Tecnologia, comunicazione e relazione sono andati di pari passo così sono passato dai primi flirt virtuali attraverso rudimentali chat con nickname ed avatar, alle foto, video, siti, forum, videochat , applicazioni per incontri. Il sexting lo abbiamo inventato noi”.
Per qualcuno il sexting resta una forma di perversione; per altri una modalità come altre di vivere il proprio corpo e la propria sessualità. In definitiva qualunque sia il personale motivo per cui una persona fa sexting, la differenza la fa la consapevolezza e il rispetto per la privacy altrui nell’utilizzarlo.
La domanda che resta è: questa sovraesposizione a stimoli sessuali, quali conseguenze avrà nel tempo?
Se anche tu sei un sexter, partecipa alla ricerca sul sexting compilando il questionario anonimo che troverai QUI.
Dott.ssa Ivana Siena